Sinceramente.
Questo
lungo discorso che da giorni va avanti attorno al film di Sorrentino non fa
altro che dimostrare, inequivocabilmente, quanto la società attuale sia oramai addestrata
come rassegnata. Divisa da un solco sempre più profondo, intelletto contro
ragione, con la seconda che ha preso da tempo il predominio e lotta senza pietà
alcuna per mantenerlo. Per me, che ho da sempre un’istintiva necessità di
confrontare ciò che sono passandolo al vaglio del “senso del ridicolo”, è tutto
ovvio. Senza presunzione lo dico. Chi pone la ragione (quindi: l’interesse
personale) al centro di tutto non trova nulla di ridicolo nelle cose che
accadono e perciò s’arrabbia furiosamente se criticato addirittura reagendo violentemente,
per un intellettuale la maggior parte delle cose sono ridicole (perché sono ovvie
da capire nella sostanza) tanto da saperne sorridere.
“La
grande bellezza” è solo una metafora di questo mondo, tanti altri numerosi
drammatici esempi si potrebbero fare per comprendere quello che accade e quello
che alcuni stanno facendo, e pure la necessità di spiegare ogni proprio passo
quasi a giustificarsi di fronte alla massa sorda e cieca è diventato
insopportabile quanto inutile.
Ma
io non demordo. La strada da seguire? ricominciare a studiare, ogni giorno,
senza limite. Aprire la propria mente, provare ad evitare i condizionamenti, avere
idee e non opinioni, pensare il più possibile con la propria testa. Anche
quando si viene emarginati, biasimati, combattuti.
Una
cosa che mi aiuta a resistere agli indotti
condizionamenti è rileggere qualcosa che dia una scossa e faccia prevalere
“il senso del ridicolo” stimolandomi a restare in equilibrio anche di fronte
alle scorciatoie più comode. E non per celebrarmi o assolvermi. Voglio semplicemente
trovare un posto ed un ruolo consono nella vita che ho da vivere e non trovarmi
invece ad essere parte d’una massa dotata d’intelletto incapace d’usarlo e soddisfatta
solo dal fatto d’esserne una parte. Incurante, tra l’altro, di sapere e
controllare chi ne sta alla guida.
Come
scriveva Thomas More tanto tempo fa “…è
più facile che uno spirito fiero scelga di fare il ladro anziché il mendicante…”,
aveva proprio ragione.