Errore
comune, che spesso conduce a conclusioni sbagliate, è quello d’intendere la
creazione come creatività. Si parla di una nuova creazione con leggerezza quasi blasfema, usando parole e
significati, senza cognizione. La confusione generata innesca un meccanismo
così perverso da far riconoscere come vero ciò che invece nasce da uno sbaglio
grossolano.
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era
informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio
aleggiava sulle acque…
Sono i
primi versi della Genesi, l’inizio della Bibbia, li conosciamo tutti -o quasi- definiscono
come meglio non si sarebbe potuto la creazione compiuta da Dio e bastano due
righe a differenziarla da ciò che facciamo noi comuni mortali. Nessun
confronto, noi al nostro massimo possiamo essere creativi, cioè, adoperarci in
azioni di creatività. E la creatività che sta dietro la realizzazione di un
oggetto rappresenta un aspetto geniale oppure è solo il frutto d’artifizi o
altro…insomma, il design è il frutto della creatività?
Se
concordiamo sul fatto che le cose non sono design, che gli oggetti sono design
se prodotti da geni, possiamo definire la creatività come il processo geniale
che sta alla base del meccanismo. Ma la maggior parte di noi non è un genio
perciò inquadrare un meccanismo tanto complesso da comprenderlo a fondo è
operazione difficile se non impossibile.
La
fantasia e il potere dell’immaginazione sono i motori trascinanti di un
processo creativo. Rappresentano l’illuminazione che accende il buio della
banalità e rende visibile ciò che sarebbe rimasto nascosto. Ma come partono
questi meccanismi, cosa li stimola, dove stanno nascosti prima di esprimersi,
tutti ne possediamo?
Un modo
per definire ciò in maniera pratica e riscontrabile da ognuno è quello di usare
qualcosa di cui tutti siamo dotati e sappiamo quantificare nonché valutare: il
piacere.
Inteso
come senso di godimento provocato da una situazione che viviamo o pensiamo.
Fisico e mentale. Tutti sappiamo definire il piacere fisico –sessuale- quasi
tutti quello mentale –intellettuale-. Senza entrare in discorsi filosofici o
altro, facendola facile, restiamo al
primo: ognuno di noi ha provato, a suo modo, l’esperienza dell’orgasmo.
Forte,
intensa, unica, sublime, incommensurabile…ed altri centinaia di sinonimi. Nella
mia esperienza professionale spesso la creatività migliore che ho saputo
esprimere si è concretizzata proprio quando mi sono liberato dai vincoli
castranti e/o catene mentali lasciando libera la mia voglia di sublimare con
un’esperienza orgasmica. Ed il susseguente coinvolgimento in essa dei miei
clienti ha dato vita a ciò che posso ritenere creatività.
Tutto
gira attorno al piacere, quindi.
L’unico
modo per essere in equilibrio è provare piacere da ciò che si fa, da ciò che si
è, evitando inutilmente d’impegnarsi in qualcosa che con se stessi non ha nulla
a che vedere. E’ un dettaglio che fa la differenza. Il denaro ed il potere non
producono direttamente piacere, il senso di giustizia e correttezza nemmeno
così come la soddisfazione, le vendetta, la rivincita, l’affermazione. La
ricerca del piacere, come elemento indicatore, è una lotta che necessariamente
si deve combattere per cercare di arrivare, almeno avvicinarsi, a ciò che
determina la creatività. Un processo indispensabile che spesso rimane
invisibile ai più ma necessario in quanto fatto evolutivo. Ma nel nostro mondo,
in società sorde e cieche o solamente poco sensibili, l’orgasmo viene surrogato
da altro: i ricchi sublimano col denaro, i potenti con la prepotenza e
l’arroganza, i giusti con l’equilibrio ritrovato…eccetera…detta volgarmente, ad
una donna bastano due seni finti ma non cadenti a sublimarsi ignorando il
piacere provocato da una mano che li tocca sapientemente…così come a molti
uomini è sufficiente un SUV full optional
a sublimare la propria mascolinità.
Il design
è il frutto della creatività? Si, a patto che sia opera di una mente geniale e
non di un meccanismo truffaldino o non istintivo.
In allegato
un piccolo vademecum in sette punti utile per alcuni momenti della vita, quando
siamo indecisi, quando siamo vulnerabili.
Bisogna
diffidare da chi si pone:
- come un
genio senza averlo mai dimostrato;
- come
inventore dell’acqua calda o di speciali ghiacciaie per eschimesi (è una
metafora, valgono esempi simili), cioè di cose e non oggetti;
- come
necessario per la nostra vita;
- come
conveniente per ciò che propone;
- come
rispettoso osservante del mondo umano e della natura;
- come
depositario della verità assolute;
- come
alternativa plausibile, o, l’unica rimasta.
Se siamo in grado di uscire intatti da tutto
ciò siamo pronti ad affrontare il secondo e conclusivo step che ci può condurre verso scelte a noi corrispondenti, ovvero,
riconoscere la bellezza attraverso la ricerca del gusto.
Per ora
basta ricordarci che creazione è affar divino, creatività è argomento geniale,
noi moltitudine di comuni dobbiamo solo cercare di provare piacere. Se ne siamo
ancora capaci.
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