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lunedì 15 giugno 2015

post 151: estratto capitolo 2° (Maionese - ed. Starrylink 2003)



Fisicamente sono cresciuta in modo strano, per essere precisi, in tempi diversi e direzioni opposte.
Prima verso il largo e poi verso l’alto.
A dodici anni, momento in cui cominci a capire se nella vita farai parte di quelle che sono inseguite o di quelle che devono inseguire, mi ritrovavo imprigionata in un corpo che non corrispondeva ai canoni della piena soddisfazione personale. Ero una cicciona, così alcuni stronzetti mi chiamavano; ed in più avevo tutto ciò che porta alla discriminazione sociale come l’acne, le gambe arcuate, l’apparecchio per raddrizzare i denti ed infine un bel paio di occhialoni con lenti così spesse da non riuscire a distinguere esattamente il colore degli occhi.
Un disastro.
Mi piaceva tanto la maionese, in qualunque forma e dimensione, il che non agevolava tutti i processi di cui ero già naturalmente vittima.
Però quando sei in perenne depressione e non intravedi nemmeno uno spiraglio di luce, ti attacchi morbosamente a qualunque cosa ti possa dare gratificazione.
La maionese, appunto.
Buona, quella fatta in casa, ricca d’olio ed uova, irresistibile con il dolce e con il salato.
Ma anche quella in tubetto, più commerciale, andava bene nei momenti peggiori.

Nessuno mi degnava di uno sguardo, d’una attenzione.
I ragazzi che sembravano simpatici nei rapporti ravvicinati mi snobbavano, le mie coetanee mi guardavano dall’alto verso il basso sogghignando quando nello spogliatoio della palestra dovevamo cambiarci prima dell’ora di ginnastica.
Quello che accadde nella mia vita non ricoprì un posto così importante rispetto a quello che pensavo avrebbe potuto ricoprire nella mente di una donna.
Ed appunto, all’improvviso, diventai donna.
Il copioso flusso rosso che un giorno mi sgorgò tra le cosce fu il segnale che mi diede la consapevolezza che finalmente l’ora era giunta.
Ero stata in attesa per tutto quel tempo dovendo subire ogni cosa.
Non che lo aspettassi con trepidazione ma, quando arrivò, fu così normale lo scattare in me di quell’interruttore che mi fece diventare subito mentalmente una donna che si sarebbe ripresa tutto quello che fino a quel momento le era stato sottratto.
Diventare donna, o meglio, essere donna nella testa e nel corpo.
E come per volontà di una forza superiore della natura anche il mio corpo decise di assecondare le mie volontà.
E quasi per incanto, in pochi mesi, mi trasformai in ciò che sono oggi: una bellezza sfolgorante.
E’ così che mi definisce la maggior parte degli uomini che incontro e l’altra parte, degli uomini, lo fa in termini spesso irripetibili.
Ero diventata irresistibile.
E mi piaceva. Meno facevo per atteggiarmi e più successo riscontravo.

Ho continuato a mangiare maionese.
Non tanta come prima ma abbastanza per farmi sempre ricordare da dove venivo.
Come fosse questo l’unico modo per mantenere il contatto con le mie radici.


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