Molto accade senza che ce ne accorgiamo, il
controllo delle cose sfugge perché siamo distratti, chi ha forza è forse solo
più attento. Attento a quello che serve per capire tutto prima, almeno, prima
degli altri.
C’è chi ha preso il controllo e come il più
abile conduttore gestisce le azioni le parole e i pensieri. Confonde con ogni
mezzo possibile, mascherando e mimetizzando, agendo sull’inconscio delle coscienze.
Quando si convive con tante situazioni in modo
leggero, si è più facilmente portati ad accogliere tutto quello che viene
proposto, accettando la teoria che si tratti di una sorta di dimensione
superiore. Si vuol credere a ciò che pare ricondurre alla verità, a ciò che pare
ricondurre ad una apparente tranquillità, a ciò che pare ricondurre all’ovvio.
Siamo nell’epoca del controllo dei pensieri e
già qualcuno ci aveva provato, la storia parla chiaro, ma ogni volta è come se
tutto ricominciasse dall’inizio, e non si parla di violente azioni
destabilizzanti ma di subdole operazioni sotterranee, forze persuasive che
vanno ad attecchire su menti vergini immacolate dove nessuno ha ancora posato
un’ideologia. Milioni di campi vengono violati per la prima volta da un aratro
malato che traccia un solco indelebile, una profonda traccia che vuole indurre chi
non ha ancora deciso, imponendo una direzione da seguire.
Tutto è stato contaminato e la purezza, e la
verginità, perse.
Molto accade senza che ce ne accorgiamo, il controllo
delle cose sfugge, perché siamo violati prima di potercene rendere conto. Siamo
controllati dalle ideologie, entità senza corpo ma con grande sostanza, e
continuamente le subiamo. E chi tenta disperate azioni quantomeno per
difendersi viene sconfitto, annientato, cancellato.
Il potere di quelle idee vince ogni reazione, supera
ogni ostacolo, distrugge l’oppositore. Perché è subdolo e si fortifica sapendo immischiarsi
alle cose normali della vita sotto bella forma in una dimensione che attrae
chiunque. Sa placare ogni tentativo con dolcezza così, come se serve, sa ben usare
la sua forza. Infiltrandosi in ciò che piace, in ciò che da piacere, dalla
bellezza della natura a quella dell’arte, negli istinti dell’uomo facendoci compiacere
di noi stessi concedendoci momenti esaltanti o di quiete o di grande
divertimento. Portando all’indifferenza regalandoci immagini finte d’una realtà
grandiosa che incanta, e noi, ne sappiamo far solo argomento di dialogo
impegnato per sentirci più sicuri, credendo d’essere più forti, sperando così
d’essere accettati.
Tutto continua ad accadere senza che ce ne
accorgiamo perché siamo quello che hanno voluto che fossimo, oramai privi di
tutto, e non riusciamo nemmeno più ad ascoltare ciò che potrebbe farci
sopravvivere: il nostro vitale pulsare.
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