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domenica 23 febbraio 2014

Settimana del sesso

 

      Il sesso è il motore dell’uomo, perché essere sessuato, l’unica attività sempre e comunque sincera. Anche se poi la decliniamo in varie forme, a seconda dei casi o delle necessità, la sostanza è quella.
      Fare sesso è come domandarsi ogni volta chi siamo anche se il più delle volte ci distraiamo chiedendoci se è giusto quello che sessualmente facciamo, se lo facciamo bene, se piacerà agli altri, addirittura al nostro partner del momento.
   E sfuggendo istintivamente alla verità, alla sua ricerca, eludiamo superficialmente anche il vero significato della nostra natura di esseri sessuati.
     Quindi, quando si parla di sesso, a cosa realmente pensiamo? Ai sentimenti espressi romanticamente, alle parole cantate a chi non ascolta, alla disperazione d’esprimersi come unico modo di sopravvivere? O ad altro?
     Come in tutte le cose meravigliosamente importanti della vita c’è sempre la necessità di catalogare, stereotipare, analizzare sezionando.
      Cioè.
      Si banalizza uno strumento essenziale, un motore come mi piace pensarlo, e non sappiamo nemmeno quanta benzina metterci dentro e molti nemmeno immaginano che serva un “combustibile” a farlo funzionare.
      Continuando ad accontentarsi del faceto.
     Se si prova a percorrere il percosso sessuale di una persona – sia maschi sia femmine - si trovano molte affinità: ciò che fa la differenza sono le imposizioni esterne, perché siamo quello che ci hanno insegnato ad essere. Accettare, rifiutare, comprendere, fanno parte di modelli esterni, non siamo mai praticamente noi a decidere in modo puro. Siamo, diciamo, sotto condizione.
      La moltitudine vive il sesso come antidoto alla noia, o mezzo d’accettazione sociale, o strumento di conquista interessata, o puro mezzo di scambio.
      E quasi nessuno lo percepisce nella forma evolutiva più necessaria: come la più pura possibilità di conoscere se stessi. 
     Peccato.

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