Il sesso è il motore dell’uomo, perché essere sessuato, l’unica attività sempre e comunque sincera. Anche se poi la decliniamo in varie forme, a seconda dei casi o delle necessità, la sostanza è quella.
Fare sesso è come
domandarsi ogni volta chi siamo anche se il più delle volte ci distraiamo
chiedendoci se è giusto quello che sessualmente facciamo, se lo facciamo bene,
se piacerà agli altri, addirittura al nostro partner del momento.
E sfuggendo
istintivamente alla verità, alla sua ricerca, eludiamo superficialmente anche
il vero significato della nostra natura di esseri sessuati.
Quindi, quando si parla
di sesso, a cosa realmente pensiamo? Ai sentimenti espressi romanticamente, alle
parole cantate a chi non ascolta, alla disperazione d’esprimersi come unico
modo di sopravvivere? O ad altro?
Come in tutte le cose
meravigliosamente importanti della vita c’è sempre la necessità di catalogare,
stereotipare, analizzare sezionando.
Cioè.
Si banalizza uno
strumento essenziale, un motore come mi piace pensarlo, e non sappiamo nemmeno
quanta benzina metterci dentro e molti nemmeno immaginano che serva un
“combustibile” a farlo funzionare.
Continuando ad
accontentarsi del faceto.
Se si prova a percorrere
il percosso sessuale di una persona – sia maschi sia femmine - si trovano molte
affinità: ciò che fa la differenza sono le imposizioni esterne, perché siamo
quello che ci hanno insegnato ad essere. Accettare, rifiutare, comprendere,
fanno parte di modelli esterni, non siamo mai praticamente noi a decidere in modo
puro. Siamo, diciamo, sotto condizione.
La moltitudine vive il
sesso come antidoto alla noia, o mezzo d’accettazione sociale, o strumento di
conquista interessata, o puro mezzo di scambio.
E quasi nessuno lo
percepisce nella forma evolutiva più necessaria: come la più pura possibilità
di conoscere se stessi.
Peccato.
Nessun commento:
Posta un commento