Maurilio e la Burfa
iniziarono a frequentarsi.
Ufficialmente
come amici poiché impensabile era rendere ufficiale il loro rapporto per via
del fanatico fratello della ragazza. Maurilio era incastrato tra la
voglia di concretizzare e la paura di subire un pestaggio; e dentro stava male.
Annalisa viveva invece più disinvoltamente quella storia. Pensava che il
non essere troppo deciso nell’andare al sodo da parte del suo spasimante, rappresentasse
il valore che Maurilio dava al rapporto, una solida base di rispetto ed
amore con la prospettiva di trasformarsi in qualcosa di più.
Amore,
appunto, l’unica cosa che lei sentiva per quel ragazzo anche se mai era
riuscita a dirlo. Maurilio riuscì, dopo settimane di lavoro estenuante
ai fianchi con l’accortezza di non essere mai troppo diretto, a creare
l’episodio propizio.
Soli
a casa di Annalisa. Seduti sul
divano. I tempi dei timidi baci e delle caste carezze sembrava lontano anni
luce. Maurilio si sentiva prontissimo a quell’evento che da sempre aspettava
e per il quale si era dedicato per lunghe ore ad estenuanti e costanti allenamenti
manuali. La Burfa inizialmente era un po’ rigida anche se il suo modo di
baciare quel giorno era diverso. Un vorticoso intrecciarsi di lingue fu il
prologo all’evento scatenante. Interminabile momento, pieno, ricco,
trascinante. E poi, dopo essersi staccati per riprendere fiato la ragazza lo
fissò dritto negli occhi sussurrandogli un “Ti amo…” di totale
sincerità. Maurilio in un secondo
dovette imbastire una risposta mentre nella sua mente ipotizzò gli scenari che
si sarebbero prospettati. Il primo, dicendo la verità, lo avrebbe fatto
ritrovare nel giro di pochi istanti fuori da quella casa con l’unica
prospettiva di una nuova seduta masturbatoria solitaria. Il secondo, con una
risposta interlocutoria avrebbe prodotto un medesimo risultato. Il terzo,
mentendo spudoratamente, l’avrebbe fatto finalmente sco…
Ma
poi dovette parlare.
“Anch’io…” disse con voce ferma e sguardo
penetrante.
Si
scatenò in pochi istanti un delirio: la ragazza si alzò ed iniziò a spogliarsi
delicatamente mentre Maurilio già nudo la osservava inverrato predisponendo il suo strumento alla copula.
Annalisa arrivò alle
mutandine e si bloccò. Maurilio con il campanile più che pronto la
scrutò interrogativo, lei confessò di trovarsi in uno di quei giorni. Maurilio
l’afferrò urlandole “Ma io ti amo!” per poi strapparle l’intimo con un colpo
deciso d'incisivi. La rivoltò sul sofà: impacciato tentò di dirigere la sua
punta verso l’obiettivo ma, mentre cominciava a sentire l’essenza di
quello che provava a fare, un rumore sospetto li bloccò. Qualcuno stava
infilando la chiave nella toppa della porta d’ingresso. I due inesperti amanti
gelarono. La Burfa con gesto felino si precipitò in bagno. Maurilio,
ancora nudo, sentì dei passi che s’avvicinavano. Spinto da puro spirito di
sopravvivenza si rivestì completamente in meno di sei secondi, scarpe stringate
incluse, il Burfo comparve sulla porta del salone. Si guardarono senza
fiatare: Maurilio balbettò qualcosa. Il Burfo gli s’avvicinò con
l’aria poco convinta e quando fu giunto a pochi centimetri da lui allungò un
mano ed afferrò qualcosa che sporgeva dal collo della camicia.
“E questo che cos’è?”
Maurilio osservò
quell’oggetto tentando una disperata spiegazione.
Si
trattava dell’assorbente intimo della Burfa che nella concitazione della
vestizione gli si era andato evidentemente ad incastrare proprio lì. Il Burfo
uscì senza fiatare della stanza per poi, dopo un attimo, ripresentarsi armato
di mazza da baseball e scaraventarsi sullo stupratore della sorella.
Maurilio decise che la
relazione con Annalisa andava unilateralmente interrotta. Quella volta
era stato fortunato, solo un braccio fratturato a mazzate, se fosse dovuto
accadere nuovamente forse in palio ci sarebbe stata la sua stessa esistenza. In
fondo il mondo era pieno di ragazze, e poi la masturbazione era sicuramente
molto più sicura.
Così
la lasciò per telefono.
Dopo quello scarno comunicato riattaccò sentendosi un
miracolato mentre lei, dall’altro capo del filo, iniziò un disperato silenzioso
pianto.
Nessun commento:
Posta un commento