Nulla è
sconveniente o sbagliato.
Basta
saper affrontare le cose e adattarsi.
Trovare la
parte positiva anche in un dramma è capacità preziosa quanto rara. Marco
la possedeva. Per questo è sopravvissuto: partendo da un istinto naturale s’è
però spinto con il tempo verso il più basso opportunismo trasformando la sua
attitudine in altro.
Ha sempre
trovato la serenità d’un compromesso che creasse opportunità alternative,
prendendosi vantaggi da ogni cosa, ed in più sbandierandolo all’avversario di
turno in modo da condizionarlo pesantemente.
Tutto ciò
è, ed è stata, la vita di Marco.
Ha avuto
un’esistenza più facile rispetto alla media dei suoi coetanei. Vuoi per la
famiglia benestante nella quale è nato, vuoi per una sorta di aurea che circonda
certe persone alle quali mai nella vita mai andrà male o, nella peggiore delle
ipostesi, accadrà qualche piccola disavventura che però con l’aiuto giusto andrà sempre a sistemarsi.
Marco è sempre stato esigente
nella scelta delle sue donne. Nel senso che non ha mai saputo rinunciare ad
entourage femminili pronti al suo cospetto. E soprattutto con forma e sostanza
adeguata. Quindi: femmine belle e stupide.
Il suo
ideale di donna è essenzialmente quello. Lui lo teorizzò in una sorta di tabella dei valori, tipo quella degli
elementi della chimica, valori e fattori dai quali non è possibile prescindere.
Alta con
belle gambe affusolate, caviglia proporzionata, meglio se con seno importante,
ben vestita o almeno curata nei dettagli che devono essere riconoscibili
–marchio noto o notabile-, trucco sofisticato, pelle possibilmente liscia e
profumata al gusto pesca o lievemente ambrato, donna che deve pensare poco e
imporre meno. Pronta e disponibile, sempre perfetta, adeguata, sessualmente
illimitata. Meglio se bisessuale o con attitudini riconducibili.
Non
sempre, per ovvi motivi di possibilità di scelta, Marco fu in grado di
seguire le regole da lui stesso stilate arrogandosi però in alcuni casi, da lui
definite eccezioni particolari, la possibilità di inserire deroghe qui e là al suo quadro normativo tanto
da allargare la possibilità d’inserimento alla candidata del momento.
Marco è un Maschio D=P=L
fatto e finito. Ben vestito, curato, col modo di fare giusto, attento
apparentemente al punto di vista femminile. Forse per una madre che l’avrebbe
desiderato femmina o quantomeno gay.
Perché
racconto la storia di Marco?
Il nostri
conoscersi è abbastanza singolare. Senza entrare troppo nei dettagli, perché
sarebbe un lungo racconto, ci conoscemmo al suo matrimonio. E poi diventammo
conoscenti, non amici, nel senso che capitò successivamente di frequentarci.
Marco si sposò con Veronica
che io conoscevo precedentemente a quell’evento. E da un po’ di tempo.
Nel senso
che per un certo periodo avevo intrattenuto con lei rapporti esclusivamente
sessuali: fu lei la prima donna con cui feci un’orgia ed ebbi esperienze, come
si dice, corde e frusta. Una Femmina
bella e stupida la sua collocazione, sinceramente, bellissima e stupidissima.
Una ragazza dal forte appetito sessuale, praticamente ninfomane, che per un
certo periodo si era applicata alla prostituzione di alto bordo unendo così
l’utile al dilettevole. Io la conobbi per caso ad una festa di carnevale, dopo
essere stati presentati da amici comuni, dopo due minuti di inutile
conversazione decisi di non perdere altro tempo.
“Credo che tu non sia abbastanza troia per me…” dissi con tono sicuro.
Lei mi guardò sbarrando gli occhi tentando di imbastire una risposta che però
non le uscì. La presi sul tempo insistendo.
“Ti va di scopare in bagno?”
Un attimo
in cui trattenne il fiato.
“Si, volentieri!” fu la risposta mentre
s’apriva in un sorriso compiaciuto.
Questa fu
il nostro primo dialogo. Forse il più significativo.
Poi un
amplesso furioso nel bagno. Appena fatto uscimmo e non la degnai più d’uno
sguardo.
Il giorno
dopo si presentò a casa mia –non so come avesse fatto a sapere dove abitavo, ma
poco m’importò ad essere sincero- in compagnia d’una amica, bellissima, Ludovica. Una modella d’intimo, avrei
scoperto successivamente.
“Ti va di scoparci insieme?”
Così ruppe
il ghiaccio appena aprii la porta.
Le invitai
ad entrare.
“Lei si chiama Ludovica, ho pensato che insieme
potremmo divertirci…ah, noi siamo molto bisex, spero che per te è sia un
problema?”
Balbettai
qualcosa d’incomprensibile che voleva significare la mia completa accettazione
di quella condizione.
Ma loro
erano già entrate.
C’accoppiammo
per tutto il pomeriggio.
Così iniziò
il nostro rapporto d’amicizia sessuale.
Ci
frequentavamo solo per quello e, devo dire, ci divertimmo sempre molto. Io di
sicuro. Conobbi molte altre sue amiche –modelle specialmente, visto che lei lo
era stata per un certo periodo- con le quali allargammo il nostro gruppo nel
quale, per non sentirmi in difetto, invitai alcuni fidati amici. Poi ci
perdemmo di vista quando lei cominciò a monetizzare il suo passatempo ed io decisi
d’eclissarmi anche se lei ogni tanto si faceva viva invitandomi a festini e
similari. Cosa che declinai educatamente tanto che quando mi chiese di farle da
testimone di nozze mi sentii imbarazzato a dirle no, anche se, non me ne
fregava poi molto. Però accettai e lei ne fu entusiasta.
Veronica è una donna rientrante alla perfezione nella
tabella di Marco. Quindi, si sono incontrati ed uniti perfettamente,
intenti ed ambizioni diverse ma complementari.
Lui aveva
trovato quello che per anni aveva teorizzato, lei la sicurezza economica, una
posizione sociale che la ripuliva di un passato e passatempi indicibili. Non
entrai mai nei dettagli relativi alla conoscenza della moglie, non era in fondo
una cosa importante, ma mi sembrò che Marco
non si fosse mai troppo seriamente interessato alla cosa. Una coppia
fortunata e gratificata che trovò l’amore nella forma che loro intendevano e
desideravano.
Dopo un
anno, oltre ad essersi regalati un matrimonio da favola, viaggi, una residenza
consona, un’esistenza nel lusso, sfornarono un erede ed il cerchio fu chiuso.
Avevano tutto quello che avevano cercato.
L’opportunità
favorevole che fa cambiare il senso alla vita non va ricercata vagando
casualmente per il mondo bensì deve essere costruita con metodo e
determinazione. E chi riesce a farlo, in questo mondo, spesso alla resa dei
conti ha ragione.
Tutto è
convenienza per Marco e Veronica,
nulla per nulla, nemmeno quando si parla di sentimenti. Ma questo è solo un
dettaglio trascurabile.
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