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venerdì 11 aprile 2014

I signori Vizzelli

 
Maurilio continuò a sfogliare le pagine dell’album fotografico. Ripensare a Sif ed alla sua triste storia gli aveva fatto venir voglia di bere qualcosa di forte. L’immagine successiva però, quella della famiglia Vizzelli, lo fece ripiombare nei ricordi.
I Vizzelli erano una coppia sulla settantina: Temistocle ex funzionario della mutua e Teodolinda ex sarta specializzata in asole per bottoni. Gli anziano coniugi vivevano in una bella casa che confinava con quella di Sif. Erano una coppia tranquilla che nutriva per quel giovane una particolare simpatia: infatti si fidavano ciecamente del ragazzo da affidargli la gestione del loro giardino ed anche, come accadeva nei fine settimana che la coppia passava al mare, incaricarlo delle cure del loro amato Hidalgo, un raro esemplare di criceto addestrato al riporto vincitore, tra l’altro, di svariati concorsi internazionali. La bestiola era adorata dai Vizzelli più di un figlio e quando partivano solo Sif poteva avvicinarsi per accudirlo. Il giorno successivo alla partenza dei Vizzelli, in uno di quei week end, qualcosa d’imprevisto sconvolse la normale routine di quel luogo.
Pier Costanzo, il fratello maggiore di Sif, si regalò un cane. Ma non uno animale qualsiasi. Un enorme esemplare di cane Corso che subito battezzò Matranga. La bestiola, imponente seppur cucciola, dimostrava innata aggressività nonché la spiccata tendenza ad infischiarsene dei comandi del legittimo proprietario. In pratica scorazzava libero ed inavvicinabile nel giardino di casa cercando di azzannare qualsiasi cosa si muovesse o restasse immobile. Sif si recò dai vicini per sfamare la bestiola di cui aveva responsabilità. Ebbe una strana sensazione visto che Matranga non aveva tentato di aggredirlo quando uscì di casa, anzi, del cane non c’era proprio traccia. Il ragazzo si guardò attorno fiutando un agguato del quadrupede: invece nulla. Entrò nella proprietà dei vicini tenendosi d’occhio le spalle proprio quando, inaspettato, Matranga gli si parò d’innanzi scodinzolante e fiero. Sif si bloccò gelando ma il molosso stranamente non l’attaccò, anzi, gli si accucciò davanti come un bravo cuccioletto qualsiasi. Sif basito notò che la belva stringeva qualcosa nelle sue fauci e riconobbe la pelliccia di Hidalgo oramai trapassato. Nella testa del ragazzo prese forma il drammatico film della vicenda, ma soprattutto, cosa doveva fare ora? Prese una decisione ardita quanto imprevedibile: sostituire il malcapitato roditore con una controfigura identica.
Sif non era certo una persona fortuna, cosa nota, in sette negozi d’animali non trovò un criceto che potesse funzionare per il piano. Tornò a casa avvilito cercando un’altra soluzione: ma il tempo scarseggiava e l’indomani i Vizzelli sarebbero tornati. Cercò disperatamente di pensare una situazione plausibile. La morte naturale, un infarto o qualcosa del genere, forse sarebbe potuto funzionare. Ci pensò un po’ ed alla fine, non essendo riuscito a pensare nulla di meglio, decise. Prese il roditore. Gli fece uno shampoo visto che era tutto sporco di terra oltre la saliva del cane, un rapido phon ed una pettinata al pelo ed infine, andò a riporlo nella sua gabbietta.
Il mattino successivo Sif venne svegliato dal trambusto causato da un’ambulanza che arrivò a sirene spiegate dai Vizzelli. Vide sulla barella il signor Temistocle venir caricato sulla lettiga. Si precipitò in strada dove la signora Teodolinda balbettava singhiozzi disperati.
“Hidalgo è…” disse Teodolinda
“Hidalgo è?” disse Sif
“Hidalgo è morto” ancora a Teodolinda
“Oh Dio!!! che disgrazia!” fece Sif con finta commozione e poi proseguendo “…ieri era in perfetta forma, correva allegro sulla sua ruota, sarà stato un infarto, oppure una congestione fulminante…o…”
“Smettila…” l’interruppe Teodolinda
“…devi pregare che mio marito si riprenda, quello che hai fatto è orribile, tu non puoi nemmeno immaginare cosa Temistocle abbia provato vedendo il suo amato criceto dentro la gabbia, morto…”
“Immagino sia stato un duro colpo ma io…”
La donna fece un gesto secco che zittì il ragazzo.
“…il criceto era morto prima che noi partissimo per il mare…l’avevamo sepolto nell’angolo fiorito con una cerimonia semplice…” chiuse fra i singhiozzi l’anziana donna.
Sif uscì senza fiatare.
Per sua fortuna Temistocle Vizzelli si riprese.
Come risarcimento per quello che era accaduto, tra l'altro in accordo con la famiglia di Sif, il ragazzo fu condannato a dipingere tutta la cancellata della proprietà Vizzelli invece di andare in vacanza con i fratelli. Sif impiegò quasi un mese a finire il lavoro passando interminabili giornate sotto il sole cocente mentre Matranga l’osservava, dall’ombra dalla sua cuccia, con stampato sul muso un ghigno di diabolica soddisfazione.

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