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domenica 4 maggio 2014

Again: etica (11 marzo 2014)


 
 

       Ognuno ha la propria perché pensando di sapere cosa sia, certi che i propri comportamenti la rispettino e su quella base si è pronti ad esprimere ogni giudizio, e questo basta.
        Purtroppo l’ignoranza confonde, disperde, divide, condiziona, spaventa.
        Meglio studiare. Serenamente ed umilmente. Per sapere e poi riflettere con calma.
        L’etica è mirare alla felicità. Per dirla come Aristotele. Per sapere come mi devo comportare e come non mi devo comportare. Conscio che esiste il piacere ma che quello non è l’obiettivo a cui mirare perché ne è solo una parte.
        Riuscire a capire quale sia il vero fine, quello a cui si deve tendere, per essere completi. Declinando gli inviti a fermasi di fronte ai fini intermedi che solo regalano piacere, guardare oltre verso il vero scopo, voler raggiungere la felicità.
        Studio per avere un diploma, con questo ottengo un lavoro, con il lavoro ottengo denaro, con il denaro mi compro ciò che voglio, con ciò che voglio mi sento felice.
        Essere vitali, attivi, lavoratori instancabili. Fare tutte le attività necessarie sia fisiche sia intellettuali, dove il fine ultimo resti sempre ben chiaro, compiendosi attraverso un percorso di raggiungimento.

         La mia felicità?
         Stimolare la mia razionalità attraverso l’esercizio dell’immaginazione.

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