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mercoledì 12 febbraio 2014

Creazione e creatività

 
Errore comune, che spesso conduce a conclusioni sbagliate, è quello d’intendere la creazione come creatività. Si parla di una nuova creazione con leggerezza quasi blasfema, usando parole e significati, senza cognizione. La confusione generata innesca un meccanismo così perverso da far riconoscere come vero ciò che invece nasce da uno sbaglio grossolano.
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque…
Sono i primi versi della Genesi, l’inizio della Bibbia, li conosciamo tutti -o quasi- definiscono come meglio non si sarebbe potuto la creazione compiuta da Dio e bastano due righe a differenziarla da ciò che facciamo noi comuni mortali. Nessun confronto, noi al nostro massimo possiamo essere creativi, cioè, adoperarci in azioni di creatività. E la creatività che sta dietro la realizzazione di un oggetto rappresenta un aspetto geniale oppure è solo il frutto d’artifizi o altro…insomma, il design è il frutto della creatività?
Se concordiamo sul fatto che le cose non sono design, che gli oggetti sono design se prodotti da geni, possiamo definire la creatività come il processo geniale che sta alla base del meccanismo. Ma la maggior parte di noi non è un genio perciò inquadrare un meccanismo tanto complesso da comprenderlo a fondo è operazione difficile se non impossibile.
La fantasia e il potere dell’immaginazione sono i motori trascinanti di un processo creativo. Rappresentano l’illuminazione che accende il buio della banalità e rende visibile ciò che sarebbe rimasto nascosto. Ma come partono questi meccanismi, cosa li stimola, dove stanno nascosti prima di esprimersi, tutti ne possediamo?
Un modo per definire ciò in maniera pratica e riscontrabile da ognuno è quello di usare qualcosa di cui tutti siamo dotati e sappiamo quantificare nonché valutare: il piacere. Inteso come senso di godimento provocato da una situazione che viviamo o pensiamo. Fisico e mentale. Tutti sappiamo definire il piacere fisico –sessuale- quasi tutti quello mentale –intellettuale-. Senza entrare in discorsi filosofici o altro, facendola facile, restiamo al primo: ognuno di noi ha provato, a suo modo, l’esperienza dell’orgasmo. Forte, intensa, unica, sublime, incommensurabile…ed altri centinaia di sinonimi. Nella mia esperienza professionale spesso la creatività migliore che ho saputo esprimere si è concretizzata proprio quando mi sono liberato dai vincoli castranti e/o catene mentali lasciando libera la mia voglia di sublimare con un’esperienza orgasmica. Ed il susseguente coinvolgimento in essa dei miei clienti ha dato vita a ciò che posso ritenere creatività.
Tutto gira attorno al piacere, quindi.
L’unico modo per essere in equilibrio è provare piacere da ciò che si fa, da ciò che si è, evitando inutilmente d’impegnarsi in qualcosa che con se stessi non ha nulla a che vedere. E’ un dettaglio che fa la differenza. Il denaro ed il potere non producono direttamente piacere, il senso di giustizia e correttezza nemmeno così come la soddisfazione, le vendetta, la rivincita, l’affermazione. La ricerca del piacere, come elemento indicatore, è una lotta che necessariamente si deve combattere per cercare di arrivare, almeno avvicinarsi, a ciò che determina la creatività. Un processo indispensabile che spesso rimane invisibile ai più ma necessario in quanto fatto evolutivo. Ma nel nostro mondo, in società sorde e cieche o solamente poco sensibili, l’orgasmo viene surrogato da altro: i ricchi sublimano col denaro, i potenti con la prepotenza e l’arroganza, i giusti con l’equilibrio ritrovato…eccetera…detta volgarmente, ad una donna bastano due seni finti ma non cadenti a sublimarsi ignorando il piacere provocato da una mano che li tocca sapientemente…così come a molti uomini è sufficiente un SUV full optional a sublimare la propria mascolinità.
Il design è il frutto della creatività? Si, a patto che sia opera di una mente geniale e non di un meccanismo truffaldino o non istintivo.
In allegato un piccolo vademecum in sette punti utile per alcuni momenti della vita, quando siamo indecisi, quando siamo vulnerabili.
Bisogna diffidare da chi si pone:
- come un genio senza averlo mai dimostrato;
- come inventore dell’acqua calda o di speciali ghiacciaie per eschimesi (è una metafora, valgono esempi simili), cioè di cose e non oggetti;
- come necessario per la nostra vita;
- come conveniente per ciò che propone;
- come rispettoso osservante del mondo umano e della natura;
- come depositario della verità assolute;
- come alternativa plausibile, o, l’unica rimasta. 
         Se siamo in grado di uscire intatti da tutto ciò siamo pronti ad affrontare il secondo e conclusivo step che ci può condurre verso scelte a noi corrispondenti, ovvero, riconoscere la bellezza attraverso la ricerca del gusto.
         Per ora basta ricordarci che creazione è affar divino, creatività è argomento geniale, noi moltitudine di comuni dobbiamo solo cercare di provare piacere. Se ne siamo ancora capaci.

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