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lunedì 14 aprile 2014

Quando tutto sembra inutile


 

 

Maurilio chiuse l’album delle foto. Era ormai tarda notte. S’addormentò. Il mattino successivo la depressione era ancora forte; non riusciva ad alzarsi dal letto, non gli andava di fare nulla. Erano due giorni che quella sensazione lo invadeva, si sentiva malato, una sofferenza interiore che lenta implacabilmente avanzava. In quei momenti la strada che portava al bagno gli pareva talmente in salita nonché ricoperta da una patina scivolosa da rendere inutile ogni sforzo per arrivarci.
Non ne aveva proprio voglia.
Pensò.
“Perché qualcuno non s’inventa un sistema per farla direttamente dal letto…fantastica idea…bisognerebbe brevettarla una cosa del genere, ma poi dovrei alzarmi per aprire la finestra…”
Quel mattino lo stress era oltre il livello di guardia. Maurilio si sentì logorato in modo irreversibile. Era bloccato a letto immobile, per rompere quello che gli sembrò un malefico incantesimo, in un istante decise. Di farla nel letto, tanto per assecondare un istinto, a natura non si comanda. Sentì distintamente che avrebbe vinto l’oppressione che lo schiacciava.
Si trovò letteralmente sommerso nel suo nido, la culla profanata, l’intimità invasa come se fossero entrati in lui violentemente, ed all’improvviso la voglia tornò di colpo, inaspettata. Come se la vita gli avesse schiacciato un occhio, dandogli un segnale e dicendogli di non mollare. Maurilio sentì distintamente di dover ricambiare quella fiducia.
Concluse fra se.
“E’ proprio vero che la merda non è poi così brutta come spesso la si vuole dipingere”.
Si alzò e scrisse quel pensiero con un pennarello indelebile sulla parete del soggiorno, perenne monito a ricordare, tributo a quelli che non vogliono mollare.

Proprio in quell’istante squillò il telefono: era Italia.

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